Giovanni Grano a caccia del minimo per la maratona olimpica

Giovanni Grano a caccia del minimo per la maratona olimpica
Stefano Pampuro
Stefano Pampuro
Redattore web e Tester scarpe
Inserito il 01-04-2021

Appena un anno fa il panorama delle corse podistiche era forse una delle industrie più in crescita in assoluto. C’era solo l’imbarazzo della scelta su dove correre perché dal più piccolo paese alla grande metropoli, tutti avevano la propria manifestazione, bastava bastava organizzarsi e potevi indossare un pettorale gara diverso ogni domenica. Ma da un anno a questa parte trovare una manifestazione podistica in calendario è più difficile che trovare un ago in un pagliaio.

Anche i più forti atleti in circolazione si sono dovuti arrendere, o adattare, alle nuove contingenze e a meno che tu non ti chiami Eliud Kipchogue o Viktor Kipchumba, trovare qualche organizzatore che ti inviti a correre non è proprio un gioco da ragazzi, e intanto le olimpiadi sono dietro l’angolo. In Europa ci sono poche decine di atleti capaci di centrare il minimo per volare a Tokyo, eppure poterci provare sembra ancora più difficile che riuscirci.

117 maratoneti a caccia del pass per Tokio 2021 sul circuito dell'aeroporto di Siena 

Ma forse è proprio per questo che in Italia qualche addetto ai lavori ha pensato di “crearla”, invece, questa possibilità. Giuseppe Giambrone, coach e fondatore del centro allenamento Tuscany Camp, ha pensato bene di organizzare una maratona il prossimo 11 aprile insieme alla FIDAL, proprio dentro l’aeroporto di Siena Ampugnano. Prenderà il nome di “European Olympic Marathon Qualification Race – Xiamen Marathon and Tuscany Camp Global Elite Race” e si svolgerà su 8 giri di un circuito asfaltato, lo stesso dove Eyob Fanyel ha centrato uno strepitoso record italiano in 1h00’07’’ (con vento contro). Un evento mai visto prima in Italia, e venuto alla luce per dare la possibilità a 107 atleti provenienti da ogni angolo del pianeta di dare un senso alla stagione maledetta del 2021, l’anno dei Giochi Olimpici.

Una corsa pensata per atleti élite, senza pubblico, senza iscrizioni di massa, voluta e creata alla stregua del progetto Ineos di Kipchogue, cioè permettere agli atleti di correre veloci come non mai.

Tra i nomi dei partecipanti spiccano quelli Leul Gebresilase, etiope capace di correre in 2h04’02’’ meno di sei mesi fa, o Marius Kipserem, keniano detentore della maratona di Rotterdam con 2h04’11’’. Ma anche tantissimi talenti come Daniel Kipkore o Deribe Robi. Almeno dieci di loro saranno in grado di scendere sotto 2h06’, mentre si stima che almeno venticinque possano centrare il pass olimpico. Tra gli italiani invece figura l’ex campione europeo Daniele Meucci, il campione italiano di mezza maratona Daniele d’Onofrio e il neo campione italiano Giovanni Grano.

Quest’ultimo, uno dei pochi atleti non professionisti che si presenterà sulla linea di partenza. Ho conosciuto Giovanni Grano in Kenya, al Kerio View di Iten, poco prima che il Covid venisse a farci visita. Giovanni ha 31 anni e sta ultimando un dottorato di ricerca in ingegneria informatica all’università di Zurigo. Nonostante gli impegni lavorativi riesce comunque ad allenarsi tutti i giorni, tra le piste ciclabili svizzere o la pista di Utogrund, poco fuori dal centro. Una vita passata a correre, tra le campagne del Molise, e sognando un giorno di passare alla sua grande passione: la maratona.

Con che scarpe ti alleni Giovanni? E con quali invece disputi le gare su strada?
Per gli allenamenti generici e le corse lente utilizzo il modello dell’Asics Glideride, che è un modello che mi piace perché oltre a proteggere sulle lunghe distanze, riesce a offrire una certa elasticità. Per le gare invece sto usando le Nike con fibra di carbonio. Dalla maratona di Torino 2018 corro con le Nike Vapor FLy Next

Quante maratone hai corso?  

La prima a Pisa nel 2012, e da allora ne corro praticamente due tutti gli anni, tranne il 2012. Ne ho preparate quindici ma ne ho finite tredici. Ricordo a Rotterdam nel 2019 che ero inciampato al sesto chilometro e non ero più riuscito a proseguire.

Da quanti anni corri? Quando sei passato alla maratona?

Ho iniziato a correre nella categoria cadetti. Facevo i cross ma non ero un granché. Sono passato alla maratona a ventidue anni puntando a fare 2h20’. Quello era il mio obiettivo, in realtà la prima andò benissimo e lo centrai subito. Da allora mi sono dedicato a quello e sono sempre riuscito a migliorarmi poco a poco.

 I tuoi segreti per centrare il PB in maratona?
Secondo me è indispensabile partire con un obiettivo realistico, quindi avere bene in mente il ritmo che si potrà sostenere lungo tutti i 42 km. Anche sbagliare di quattro o cinque secondi può trasformare gli ultimi chilometri in un Calvario. Poi trovare un gruppo di atleti in gara con cui correre assieme, è fondamentale. L’alimentazione in gara è un altro aspetto da curare fin dagli allenamenti, spesso chi approccia questa disciplina per la prima volta lo sottovaluta.

Qual è il tuo obiettivo questa stagione?
Correre la maratona a Siena per migliorare il mio PB. Nel 2022 ci saranno gli Europei a Monaco di Baviera e l’Italia potrà portare sei atleti. Il mio sogno è sempre stato centrare la maglia della nazionale. Vorrei indossarla.

Il covid ha interrotto l’attività agonistica di moltissimi atleti, la tua invece?
Il problema è stato che ho dovuto rinunciare ai miei periodi di allenamento in altura. Potendo lavorare da casa andavo sempre in Kenya o in Marocco, a Ifren, piuttosto che a Sestriere. Dal punto di vista degli allenamenti in Svizzera invece, più o meno ho mantenuto le stesse abitudini di prima. Il grosso inconveniente sono state le gare che hanno cancellato. Quello è stato il vero problema. Per fortuna sono riuscito a correre i campionati italiani a Reggio Emilia, e a centrare un pass per questo evento a Siena.

Come ti senti? Sensazioni?

Mi sto allenando bene, non aggiungo altro. Scaramanzia.

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Stefano Pampuro

Stefano Pampuro

Redattore web e Tester scarpe

Mi chiamo Stefano Pampuro e fin da piccolo coltivo due grandi passioni: la corsa e la scrittura. Nel 2015 ho deciso di viaggiare in lungo e in largo per la Spagna per incontrare i più forti maratoneti della storia e cercare di capire i segreti dei loro trionfi tra gli anni 90’ e 00’. Dopo l’uscita del primo libro ho sentito l’esigenza di intraprendere una nuova avventura per conoscere da vicino come si vive la corsa proprio li dove è nata: l’Africa. Ho trascorso cinque mesi tra il Kenya e l’Etiopia rurale, incontrando le leggende di questa disciplina e preparando la mia maratona su altipiani che sfioravano il cielo.